i pallini

Qualcuno parlerebbe di fissazione e non avrebbe tutti i torti. Sono entrata nel tunnel dei pallini e da qualche settimana ci sto sguazzando nelle mie lunghe sessioni di pittura/decorazione/disegno/pastrugni.

Ho iniziato da piccole tele. Sfondo nero o coloratissimo, pallini misti o monocolore, tratto discontinuo in nero o bianco, mettila come vuoi ma di pallini stiamo parlando e soprattutto giocando.

Forse, a voler essere un pochino seri (ma non troppo) il cerchio altro non è che la dimensione precisa e perfetta di noi, del sé intero, della consapevolezza piena. Arrivare, dopo anni di bruchi, macchie, petali, frammenti alla forma più semplificata e insieme complessa magari -e sottolineo magari- è un piccolo traguardo.

Una persona che di grafica se ne intende un giorno mi disse che per ottenere il miglior risultato occorre procedere per sottrazione: eliminare, sfrondare, arrivare al nucleo, alla sintesi, al nocciolo della faccenda. Hum. Dato l’evidente horror vacui che contraddistingue le mie robine, direi che siamo molto distanti dall’obiettivo, però c’è qualcosa del genere, dai. C’è una ricerca, nei miei pomeriggi rintanata nel piccolo studio. C’è un po’ di strada che sto percorrendo, a volte arrancando ché la salita si sente eccome. Ma da qualche parte sono arrivata, anche se non ho capito esattamente dove sto. Mi godo il panorama, ci sono tantissimi colori e sono comoda comoda tra tutti ‘sti pallini. Ripartirò, ovviamente, perché dopo un po’ di tempo le cose vengono a noia e si deve andare avanti, ma non ho fretta.

Se mi guardo indietro vedo un sentiero di tele colorate, tanto tanto differenti l’una dall’altra tanto da chiedermi ma le ha fatte tutte la stessa persona?
Sono i sentieri che ho percorso, fin quando mi portavano in un’altra direzione oppure finivano nel nulla, ma va bene così.

Non c’è un itinerario esatto e prevedibile nel viaggio della vita, ma a spingerti avanti è la voglia di sapere come va a finire e la speranza di trovare una vista spettacolare, giusto oltre il prossimo tornante.

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